L’antieconomicità non è un dogma

5 Luglio 2018

Il Sole 24 Ore 27 GIUGNO 2018 di L. Gai.

SPONSORIZZAZIONI E CONSULENZE

Rimane censurabile il pagamento dei servizi extraimprenditoriali

Sponsorizzazioni, consulenze strategiche ed altri servizi no-core sono deducibili in quanto inerenti anche se di ammontare troppo elevato rispetto ai ricavi dell’impresa. L’orientamento che si sta consolidando in Cassazione sulla natura qualitativa dell’inerenza dovrebbe consentire di eliminare contestazioni sull’eccessiva onerosità, e dunque l’antieconomicità, di spese sostenute per attività diverse da quelle riguardanti il core business.
Costi sproporzionati per la pubblicità, la comunicazione aziendale o l’organizzazione di eventi vengono spesso disconosciuti – almeno in parte – sostenendo che non vi è una adeguata correlazione con i ricavi dell’impresa e ciò anche quando il plafond delle spese di rappresentanza (se l’onere rientra in tale definizione) risulta capiente. Se, come dice la Cassazione, la deducibilità è legata alla qualità della spesa, questi rilievi non dovrebbero più trovare accoglimento (salvo in caso di sovrafatturazioni fraudolente: basta che il contribuente dimostri che si tratta di attività rese nell’interesse generale dell’impresa e non dei soci o di terzi.
L’antieconomicità, nel senso di costi troppo elevati, è inoltre alla base di contestazioni per servizi strategici, di direzione e pianificazione o per la ricerca di investitori, resi all’interno dei gruppi (spese di regia). In queste situazioni, se i rapporti avvengono solo tra società italiane, dovrebbe ora essere sufficiente dimostrare l’effettività del servizio sottostante, fornendo adeguata documentazione del rapporto (contratti, analisi svolte), e il fatto che esso ha una relazione con l’attività aziendale, anche indiretta.
L’eccessiva onerosità, secondo quanto affermato dalla Cassazione nella ordinanza 450/2018 (si veda l’articolo qui sopra) continua ad avere rilevanza per la contestazione di indeducibilità dei costi ma solo come indizio di estraneità (appunto qualitativa) all’impresa. Quindi continuerà a poter essere censurabile un pagamento per il quale il fisco, partendo dall’incongruenza dell’importo rispetto a parametri di economicità, arrivi a dimostrare che si tratta di servizi extraimprenditoriali, vere e proprie liberalità o di attività a favore di socio o titolare per suoi fini personali.
Nel caso, infine, di riaddebiti intercompany da società estere, dopo la verifica della inerenza qualitativa, resterà sempre applicabile il criterio della valorizzazione secondo regole di libera concorrenza (Dm 14 maggio 2018) e dunque nei limiti – in questo caso sì – di un corrispettivo “congruo” in base alle funzioni svolte e ai rischi assunti dalle parti.

Doing business in San Marino

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