Con la voluntary 2.0 subito le liste degli espatriati

10 Marzo 2017

Il Sole 24 Ore 14 Febbraio 2017 di Alessandro Galimberti

Emersione capitali. Via alle rogatorie

MILANO
All’avvio del secondo programma di emersione dei capitali – partito di fatto la scorsa settimana con il rilascio degli standard di trasmissione delle istanze all’agenzia delle Entrate – la Svizzera debutta traumatizzata dall’esito del referendum sulla riforma della fiscalità delle imprese. La sonora bocciatura popolare nel week della nuova legge federale – sospettata di troppe agevolazioni per le multinazionali, a danno quindi delle imprese residenti – rischia infatti di avere conseguenze nel percorso di “emersione” della Confederazione e di avere ripercussioni anche sulle varie black list mondiali in cui ancor oggi è inserita.
Black list che, almeno ai fini delle voluntary italiane, la Svizzera ha comunque abbandonato dal 2015, giocando un ruolo fondamentale nella riuscita della prima Vd tricolore, in cui ha “rappresentato” 41 dei 60 miliardi emersi.
Lo scenario della nuova campagna di emersione comunque è molto diverso, a giudizio degli esperti riuniti ieri alla Camera di commercio Svizzera a Milano. A cominciare dagli italiani che hanno voluto restarne fuori nel 2015: «Attenzione a chi ha trasferito, più o meno realisticamente, la residenza nella Confederazione negli ultimi cinque anni – ha detto l’avvocato (ed ex procuratore pubblico) Paolo Bernasconi – i problemi per loro inizieranno da subito, con l’invio delle liste alle Entrate da parte dei comuni italiani, atto dovuto per legge». Anche chi ha pensato di non comunicare all’Aire il trasferimento di residenza non può stare tranquillo, ha aggiunto la responsabile dell’Accertamento Lombardia, Angela Calcò, perché «le informazioni arriveranno automaticamente anche dagli intermediari».
L’incontro nella sede rossocrociata di Milano è stata anche l’occasione per fare il punto su alcune criticità aperte dalla nuova campagna di rientro, a cominciare dal nuovo istituto dell’ autoliquidazione. «Mi sento di rassicurare i contribuenti che temono conseguenze per i microerrori di calcolo – ha detto la Calcò – ci sarà da parte nostra il buonsenso già messo in campo con la prima Vd. Certo non arriveremo a giustificare situazioni come quel contribuente che “non ricordava” a chi aveva venduto a rate un immobile da 7 milioni in un Paese black list».
E a proposito di collaborazione fiscale internazionale e relative liste, Luigi Belluzzo ha rimarcato la rigidità della legge Vd 2.0 circa l’esclusione dalla white list dei Paesi con i quali non era entrato in vigore il trattato fiscale prima del 24 ottobre scorso. Per effetto, Bermuda, Barbados, Liechtenstein, Panama e Principato di Monaco, per esempio, non potranno far beneficiare del dimezzamento dei termini i contribuenti “emergenti”. Al proposito, Belluzzo ha parlato di una scelta «discutibile e non condivisibile», anche perché la nuova campagna – esaurito il filone svizzero – dovrebbe ripartire tra gli altri da questi ex paradisi. E siccome nel nuovo giro si candidano soprattutto trust e “costruzioni” giuridiche molto complicate (e “artigianali”) oggi si ripropone il problema del Paese del “primo occultamento”. Nel 2015 l’Agenzia, con una misura “dedicata” alla Svizzera, aveva stabilito che nel caso di “rimbalzi” faceva testo il Paese dove era approdato per primo il nero. Oggi gli operatori si aspettano un ampliamento “erga omnes” di quella circolare che, quasi sempre, significa il dimezzamento delle annualità fiscali da sanare e l’abbattimento del dovuto all’erario.

Doing business in San Marino

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